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Lo scontro è appena terminato. Mythra è furiosa, e si avventerebbe contro Holghiard Von Everech e i suoi 30 sgherri, se Shaneda non la bloccasse da dietro tenendola ferma.
L’immagine di Holghiard, che dopo essere stato praticamente decapitato da un preciso fendente della sua spada, si è riattaccato la testa sul collo come se nulla fosse, la riempie ancora di terrore e sgomento.
Dopo qualche istante, si libera della presa del compagno, cerca di placare il suo furore e rinfodera la spada.
Si avvicina a Dan, il suo viso, illuminato dalle fiamme che stanno divorando il palazzo di fronte a lei, è stravolto dall’ira e dalla vistosa cicatrice che le è stata impressa da O’Dimm.
“DAN ! Come stai?”
Nota che quello che considera come un fratello ha subito una brutta ferita al petto, colpito in maniera ignobile e vigliacca da quella creatura inumana.
Dopo avere imposto le sue mani su di lui per curarlo gli si rivolge ad alta voce:
“Dan: dobbiamo andarcene da qui. Partiamo subito, ora! Allontaniamoci il più possibile da Vaingrad. Torniamo a Nord. Qui non c’è niente per noi. Se ho lasciato il tempio di Ilmater è per un motivo preciso, ho fatto un voto solenne: dedicare la mia vita ad aiutare i deboli e gli oppressi, e non è compiacendo i futili desideri di due persone tanto potenti quanto sprezzanti delle vite altrui che potrò onorare il mio giuramento.
Portare a Holghiard la casa di Maximilian Borsoi???
Trovare un modo per fare divertire suo fratello Vladimir???
Ma di cosa stiamo parlando???
Se il dio della vendetta ha voluto concedermi la sua benedizione, non posso sprecare questo dono per compiacere i patetici desideri di due esseri annoiati della vita. Non sarò una loro pedina, Dan. Questo mai.
E anche tu… credi che riuscirai a scoprire ciò che cerchi sul tuo passato, assecondando i voleri di quel viscido O’Dimm???
Andiamocene amico mio, e facciamolo subito! Siano i nostri compagni di questi giorni, se lo desiderano, ad assecondare i voleri di questi due!”
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